martedì 21 gennaio 2014

Onestà

Ho scritto un miliardo di cose in questi mesi ma non ho mai avuto la forza di metterle su carta, su internet o fermarle da qualche parte, le ho fatte volare quasi tutte via (alcune no ma non sono pubbliche). Forse le mie parole, non erano giuste, non erano belle o più facilmente erano solo mie, private e personali promemoria per la mia anima immortale. Alcune volte devi parlarti senza fingere. Devi avere la forza di essere onesto! Se non sei onesto con te stesso è l’inizio del tuo dramma! Io ho imparato ad essere onesto con me, ma l’ho imparato da poco. Essere onesti non è ne facile ne bello, devi riuscire a non nasconderti dietro le scuse, dietro i se, i ma e tutte quelle piccole bugie che ci raccontiamo per non doverci rendere conto di quello che non vogliamo e quello che vorremmo essere ma non siamo, ancora o per sempre. Non è semplice guardarti allo specchio e riuscire a dirti quello che non accetti o non vuoi. Devi accettare la tua agonia, qualunque essa sia, devi staccare la tua vita da quella degli altri e renderti conto di quello che è tuo veramente e quello che invece semplicemente ricopi. Devi vedere se hai amore, sia da dare che da ricevere. Devi renderti conto se ti piaci, se ti piace quello che fai, quello che sei e quello che seguendo la tua strada diventerai. Alzi la mano chi non si è mai sentito solo tra la gente, chi non si è sentito fuori luogo, strano, incompreso o più semplicemente chi almeno una volta nella vita non ha avuto la voglia, l’istinto di fare a cambio, girare i fogli con quello più bello, figo, palestrato, intelligente, ricco o semplicemente più fortunato. Io la vita mia l’avrei cambiata un milione di volte, sarei voluto essere un rocker, un calciatore, uno biondo, uno con gli artigli e uno con un mantello nero che lancia rampini sui tetti. La cosa che però ho capito è che non saremo mai completamente felici e soddisfatti quindi il trucco è saper stare in piedi da soli. Bisognerebbe guardare i difetti, le cose che non vanno, quelle che vorremmo cambiare e sorridergli perché sopravvivere a tutto questo è l’unico modo per essere felici. Dovremmo avere la forza per accettarci, migliorarci e sorridere a noi stessi. Come si riesce a fare tutto questo è un mistero; quello che faccio io è fingere che tutti questi pensieri non ci sono, che queste cose non mi interessano anche se poi alla fine ci muoio dietro.

lunedì 2 dicembre 2013

Compleanno 2013

Ho deciso di anticipare questo post per non farmi riprendere, nuovamente, da Francesco Roghi perché scrivo poco sul blog. Normalmente ha ragione lui, scrivo poco, ma non sul blog, in generale. Ho quasi smesso di mettere su carta le storie e le cose che penso; se hai altro a cui pensare diventa difficile trovare la voglia giusta, sai che tornerà ma non sai quanto, ora però diamo inizio al post.

Il mio compleanno si avvicina e io, che sono una persona estremamente materiale, penso ai miei regali; a quelli che avrò, a quelli che vorrei a quelli che non mi farà mai nessuno. Quest’anno vorrei delle cose per ricordare:

Vorrei un bracciale:

Vorrei un bracciale per ricordarmi che il problema non è dentro di me. Ogni volta che abbasso le mie pretese commetto un errore. Niente e nessuno può e deve farmi abbassare le pretese. I miei sogni sono quello che vale di più al mondo, devo difenderli e coccolarli. Vorrei un bracciale che mi ricordasse questo. Niente e nessuno deve abbassami le pretese!

Vorrei un anello:

Vorrei un anello che mi ricordi che nel frattempo devo ascoltare il freddo e cercare di godermi il viaggio perché porterà alla meta. Ho fiducia nel mio destino e prima o poi faremo persino pace. Vorrei un anello per questo, per ricordarmi che il mio futuro mi è amico, potremo litigare ma restiamo comunque amici.

Vorrei un guardia:

Vorrei essere capace di difendermi, proteggermi da me stesso. Vorrei una guardia che mi protegga dai miei difetti, dal mio capire gli altri, dal mio perdonare, dal mio essere me. Vorrei una guardia che mi difenda dal mio essere quello che capisce, quello che comprende e mai offende, che è sempre pronto, sempre gentile, sempre sorridente.

Vorrei una persona:

Vorrei una persona. Io di persone ne ho tante, di amici tantissimi, di quelli spettacolari, di quelli con cui non devi neanche parlare perché lo sanno già, sanno quanto e cosa sono. Sanno quanto mi piace ridere e quanto dietro le risate mi nasconda. Vorrei una persona da tenere per mano in un locale, tra la folla, tanto per sentire che nel mondo una persona mi tiene stretto. Vorrei una persona che tra la folla di un locale mi conosca e mi sorrida. Vorrei una persona a cui pagare le bevute. Vorrei una persona con cui scherzare, ridere…vorrei una persona.

Vorrei:

Più di tutto vorrei volere, perché alcune volte ho perso la voglia, facendo scivolare i giorni e i mesi…

Tanti auguri a me….tra un pizzico di giorni

giovedì 24 ottobre 2013

Francesco

Ti direi questo: Il tempo passa, corre e un giorno si fermerà e dopo? Dopo nulla, vuoto, quindi Francesco impara che ogni giorno è sacro, che ogni giorno è bello. Impara che non conta il male ma solo il bene.

Ti direi: L’hai trovata! Fortunato! Ora non perderla mai, non lasciarla mai, stringila a te ma lasciala libera perché è così che sarai differenza per lei; restale vicino e sorreggila perché un giorno lei farà lo stesso con te e vivila sempre come se fosse per sempre.

Ti direi: La natura è la cosa che più emoziona. La natura, il mondo sono la perfezione, sono incanto, fantasia. Difendila, arrabbiati per chi non la rispetta, stringi i pugni per l’inquinamento e sorridi all’acqua dei fiumi, allarga le braccia al vento e abbraccialo, nuota nel mare e rispetta il mondo perché lui è la tua vita.

Ti direi: Sogna, vola, non atterrare mai. Un giorno, forse, ti troverai da solo a correre tra le nuvole ma tu non scendere; troverai chi come te corre e allora sarai completo.

Ti direi: Ci sono tante cose importanti per la quale lottare. Combatti, fatti dilaniare, fatti guerriero e difensore, fatti martire perché quello che conterà veramente è quanto avrai sudato per difendere quello che sei e quello in cui credi.Sii forte e determinato perché quando fallirai, non preoccuparti capita a tutti, la differenza la farà l’averci creduto fino alla fine.

Ti direi: Quando piangerai, per un giocattolo, per una ragazza, per un film, per un’emozione fallo da uomo. Gli uomini veri piangono e lo fanno a testa alta perché solo se sei forte puoi piangere senza vergogna e allora piangi!!! e non preoccuparti di chi ride, di chi guarda e non capisce.

Ti direi: Francè ti direi tante cose ma forse di nessuna vale la pena. Ti ho visto per la prima volta ieri; io dietro un vetro a sentirmi incompleto, vuoto, solo e sperduto; tu a piangere e a dare pugni al vuoto, poi hai avuto l’idea di dormire e mi hai fatto capire una cosa. Già combatti, già lotti, già piangi, già sei persona, già sei uomo.

Questo e tanto altro ti direi io, ora aspetto quello che tu dirai a me.

giovedì 12 settembre 2013

Nobel


Certe volte puoi solo arrenderti, sederti, e ammettere che comunque vada alle persone, in verità, non ti interessa molto. Cosa pensano gli altri di me? Che cosa vedono quando mi guardano? Sono stato bravo quella volta? Potevo fare meglio? Dai, ammettiamolo, non ci interessa minimamente! Facciamo finta di essere interessati agli altri! Portiamo le mani al volto quando vediamo scene di bambini che soffrono la fame e poi un giorno un premio Nobel dichiara guerra?!?!?! Ma ricordiamo il motivo per cui il signor Nobel creò questi premi?
La storia di Nobel a mio parere è da fiaba, in soldoni è questa:
Alfred Nobel era un chimico svedese nato a Stoccolma nel 1833. Suo padre si occupava di esplosivi. Un giorno mentre sperimentava la nitroglicerina rimase paralizzato (strana coincidenza, di solito quando si usano queste cose non succede mai nulla di brutto). Alfredino a questo punto continuò le ricerche del padre. Un giorno per caso notò che la nitroglicerina (quanto cacchio è lunga sta parola?) gocciolando in terra si mischiava al terriccio……Botta di genio! Mischiamola e inventiamo la dinamite! E così nacque il più potente esplosivo che può essere trasportato correndo pochissimi rischi. Nella sua vita Nobel inventò anche altri esplosivi. Il successo, la fama e i soldi lo rendevano ricco ma Alfredino si sentiva solo e triste ( Non diventa Iron Man tranquilli molto meglio…..batte pure Batman). Nobel era conscio che le sue invenzioni non miglioravano la vita di nessuno, anzi, curiosamente riuscivano ad accorciarla di botto! Lui voleva che, i vari esplosivi che aveva inventato, fossero usate per scopi non bellici ma per aiutare le persone nei propri lavori; nelle cave, nelle miniere, per fare gallerie, scartare un cd originale e via dicendo...peccato però che le persone non sono tutte come Alfredino e quindi vai con l’utilizzo bellico! Sempre più solo e triste Nobel incontrò nel 1887 la baronessa Bertha von Suttner, questo incontro cambiò la sua vita. La baronessa era la fondatrice della Società per gli Amici della Pace che si applicava nel convincere le persone a rinunciare alla guerra e alle armi. Pazzi sognatori che non vogliono la guerra, questi nobili!!!!!!!! Sentendo la baronessa Nobel capì che tutti i suoi soldi, le sue ricchezze potevano essere utilizzate per il bene altrui (ricordo a tutti che Nobel poteva fregarsene e spendere tutti i suoi soldi in feste, donne e macchine potenti!) così creò i Premi per i Benefattori dell’Umanità. Nobel pensò anche alle modalità per la consegna e lo fece in Italia a San Remo (non li cantò e per questo non vinse). I premi dovevano essere assegnati, con cadenza annuale, agli scienziati che avevano fatto grandi scoperte nei vari settori della scienza come, chimica, fisica, medicina, play station e via dicendo; un premio anche ai letterati che si erano prodigati nel mantenere e difendere la pace. Alla fine della storia Alfredino Nobel è un grande super eroe, non è Batman, non è Wolverine, non ha il mantello e non vola, ma ha fatto del bene all'umanità e credo che alcune volte dovremmo ricordarci di lui. Inventare delle cose, per Nobel, doveva avere il solo scopo di migliorare la vita delle persone. Ricordiamoci la sua storia la prossima volta che faremo spallucce alla guerra fatta per soldi, alle case farmaceutiche che avvelenano i bimbi in Africa o più semplicemente quando vorremmo usare un cric per fracassare un nostro simile (non che non se lo meriti). La storia di Nobel, a mio avviso, ci deve ricordare che di indifferenza siamo tutti colpevoli.

venerdì 9 agosto 2013

L'omino dei contatori

Alcune volte penso che in verità tutti noi abbiamo una costellazione di contatori sulla testa, invisibili all'occhio nudo. Questi contatori segnano le scadenze di una vita intera, un inevitabile zero finale. Quando credo di riuscire a governare la mia vita, di essere l’unico capace di decidere intravedo i contatori e allora mi ricordo che è tutto scritto, tutto deciso. Le mie paure, le mie gioie, le risate, le lacrime. Tutto scritto, tutto deciso dall'omino che monta i contatori!!! Quanto e chi lo paghi per fare questo lavoro resta un mistero! Lui mette i contatori e tanto gli basta. Il nostro pianeta…ha un contatore, le piante hanno un loro contatore! I sentimenti (credo che qui di contatori ce ne siano almeno due e in alcuni casi tre) gli oggetti, un contatore anche a loro! Quanto dovrà sentirsi solo l’omino dei contatori? il suo lavoro è importantissimo perché senza di lui non avremmo l’inverno, l’estate non arriverebbe mai e resterebbe bloccata nei ricordi. I contatori sono importanti ma ancora di più è importante il fatto che restino invisibili. Alcune volte nella storia ci sono state persone capaci di vedere i contatori ma diciamo che non gli andava proprio tutto bene, chi vede troppo non è mai l’anima della festa! Comunque perché parlare dell’omino dei contatori?!? facilissimo l’ho visto ieri sera…o meglio ho capito il suo operato. Rientro, dopo una serata, in auto con Giorgio e Silvia, parliamo di come vanno le cose e mi accorgo che qualche contatore sulla mia testa è scaduto o si è bloccato sullo zero, improvvisamene mi ricordo di lui, di quel piccolo omino panciuto e sudaticcio che aggiusta, monta, smonta e controlla tutti i contatori del mondo; poverino, non avrà mai un secondo per lui. Non avrà mai la possibilità di scherzare con una ragazza, di uscire con gli amici o di ascoltare della buona musica. Forse l’omino dei contatori è triste, forse è solo o è semplicemente rassegnato al fatto che la sua missione è più importante del resto e allora se ne frega! Non gli importa di avere i numeri delle ragazze perché tanto poi non le chiamerebbe! Se ne frega di ascoltare la musica perché tanto anche quella ha un contatore…..e indovina chi l’ha messo! A casa non gli importa di tornare perché tanto non c’è nessuno che l’aspetta e gli amici non li ha mai avuti. Solo una volta ha avuto un gatto ma montato il contatore ha provato tristezza. L’omino dei contatori è solo ma per sua scelta. Quando conosci quando finiranno le cose come puoi gustarle veramente? Avere contatti con delle persone; guardarle mentre vivono e sapere che dopo cinque minuti gli succederà questo o quello? L’omino dei contatori una sola volta ha avuto una fidanzata, credo si trattasse di una fatina dei denti, un giorno dovevano vedersi in un parco ma l’omino guardò il contatore e capì...non si incontrarono mai più, il loro tempo era scaduto e lui lo sapeva….Povero omino dei contatori che brutta vita che fai! Però sono convinto che alla fine quando incontrerai la tua lei, i tuoi amici, quelli veri e non quelli che incontri una sera e abbracci consapevole di abbandonarli dopo pochi minuti, non ti importerà poi tanto dei contatori, di sapere quando le cose finiranno o quando succederà questo o quello perché l’importante non è tanto la meta ma il viaggio. Vivere una vita sapendo quando questa finirà non è facile ma comunque deve essere degna di essere vissuta. Conoscere il finale non deve impedirci di leggere il libro. Sapere che è possibile rimanere delusi dalle persone non vuol dire che non bisogna viverle quindi, caro mio omino dei contatori puoi anche farmi vedere i miei numeri tanto non credo di rimanere colpito da questa cosa…..anzi lasciami il mistero perché le cose voglio viverle con la sorpresa e la delusione!

venerdì 31 maggio 2013

Pensieri e ragazze

Ho scritto questo post ormai da due giorni, non l’ho pubblicato immediatamente perché non ero sicuro. L’ho pensato mentre camminavo. Giravo, come sempre, ascoltando musica ed ad un certo punto siete arrivate tutte. Il motivo per cui abbiate deciso di farmi compagnia non lo posso sapere. Forse la metodicità del camminare mi ha lasciato spazio per pensare e allora eccovi. Siccome non ricordo il filo dei pensieri che vi ha unite andrò in ordine alfabetico e siccome voglio ringraziarvi vi dedicherò una canzone sperando vi piaccia:

ANTONELLA: Dove sei? Ti ho cercato nelle mie tasche ma non c’eri. Sei lontana, ma questo non ci ha mai fermato, la nostra amicizia è più forte di tutto! ma ora dove sei? Vorrei scherzare con te, ascoltare la solita canzone e confessarci come facevamo. Per la prima volta da anni sento la tua mancanza e questo mi ferisce ma non ho la forza o semplicemente il coraggio.
OASIS I’M OUTTA TIME

AGNESE: Ciao ragazza, quanto tempo insieme e quanto soli! Mi rattrista sempre pensarti ma non perché guardo dietro. Mi ferisce perché sei alterata; non sei tu e tu sei un concerto rock, una cosa troppo cool per restare segregata. Devi rinascere, come la fenice, e volare lasciando tutti noi sotto di te a invidiarti; ne hai il dovere e io ho bisogno di sapere che le persone come te nel mondo ce la fanno! Voglio vederti volare nel cielo, raccogliere le tue piume e sorridere della tua felicità.
ANTONACCI TI RICORDI PERCHÉ & ANTONACCI LE COSE CHE HAI AMATO DI PIÙ

CARLA: Weee Carla. Dovrebbe esserci un’autostrada che collega la mia finestra alla tua. Costruita sugli arcobaleni con stazioni di servizio che sono stelle e illuminata dalle comete, così io e te avremmo tempo, spazio e soluzione di continuità. La vita ti spinge e ti costringe, quante volte ho detto e poi non ho fatto? quante volte ti ho pensato e poi mi hanno spinto e costretto. Mi manchi, mi manca il nostro parlare, lo stare al telefono a elencare le nostre vite sapendo riderci sopra, riesco a farlo a pieno solo con te. L’ultima volta mi hai detto che ti conosco molto e lo stesso vale per me. Se mi conosci così allora saprai che fare.
AEROSMITH FLY AWAY FROM HERE

MJ/MARIAGRAZIA: Doppio nome perché uno è tuo e uno l’ho messo io… quindi è mio! Quando penso che non litigo mai con nessuno arrivi tu e mi stronchi le certezze! Dai che scherzo! Sei una costante in un tempo di bufera. Una lucina per il mio essere, momentaneamente, naufrago. Con te ho l’impressione di dover correre dietro a una meta che non arriverà mai, ma poi, questa meta che cavolo è? in verità mi domando perché non mi chiedi più di scrivere per te, mi piaceva e mi faceva sorridere ma come tante cose belle è durata poco ed è finita…viviamo il presente, tendiamo al futuro e rimpiangiamo il passato.
GROFF ADESSO

PAOLA: Quanto mi piace vederti disegnare, dai vita a cose che senza di te non sarebbero mai esistite, che figata pazzesca! Ultimamente siamo stanchi, logori. Abbiamo le ossa rotte e la testa un pochino annebbiata…ma siamo troppo cool per fermarci! Ci riprenderemo e allora non ci fermeremo più, solo che bisogna impegnarci adesso! Dobbiamo crederci ora che è difficile perché se ci fermiamo non ripartiremo più. Arriverò per raccontarti le cose che mi succedono, rideremo e ci confesseremo un pochino perché alla fine vinceremo noi! Vorrei regalarti il tempo, la pace e tutto quello che ti serve per disegnare ma non posso farlo!
MORGAN ALTROVE

SABRINA: Con te non ho scuse, non le ho mai avute e mai le avrò perché con le persone come te si è sempre in difetto. Le tue poesie, che goduria! Vento fresco tra le fronde degli alberi, pace dentro e fuori, altre parole non ci sono per descriverle. Aspetto sempre un tuo libro con dedica da portare con me mentre cammino, mentre scrivo, mentre penso, un libro da tatuare nella mente! Devo rilavorare al mio primo scritto ma non ne ho voglia. Sinceramente, quel poco che ho fato l’ho fatto pensando alle persone come te, al tuo sorriso e alla passione con cui mi raccontavi la mia storia.
ALLEVI JAPAN

SIBILLA: Billaaaaaaaaaaaaaaaaa manca poco! Paura, tremore…ma cosa?!? Hai una forza che neanche Hulk! Anche se dietro al sipario c’è molto di più! Devo dire che il tuo supporto è inaspettato, dolce e fuori coro proprio come te, ma cazzo quanto funziona! Devo però essere onesto, è quasi impensabile non pensarti con Pietro,secondo me fate bene al cosmo. Siete una specie di colonna portate dell’universo, senza di voi si fermerebbe tutto in un eterno loop…sai che palle!
AC/DC IT’S A LONG WAY TO THE TOP

VALENTINA: Vale! Sarai mamma! Che figata, quando vedo quella pancia, non posso far a meno di sorridere. Te e Alessio, che roba! E chi ci pensava? Sarai mamma!!! Non posso sapere cosa provi ma posso sapere quello che darai. Darai casa, sicurezza e stabilità, in fondo l’hai data ad Alessio. Quando Francesco sarà dei nostri gli parlerò di alcune cose. Lo porterò al parco o fuori al giardino e gli racconterò di alcune cose che tu e il suo papà avete superato. Lo guarderò crescere sperando di avere pure io quello che avete voi…sarai mamma!
MASINI L’UOMO VOLANTE

VERONICA: Vero, grazie. Quando ho pensato questo eri in viaggio per Bari, il motivo lo conosci e non serve dirlo. Grazie, da quando ci sei lui è migliore. Lo vedo più rilassato e contento. I problemi nella vita ci sono e ci saranno sempre, quello che conta è saperli affrontare e voi due insieme li affrontate bene. Certo, avrete delle botte lungo la strada ma i lividi possono essere curati. La conosci la storia degli uomini che prima erano perfetti con due ali e volavano fregandosene degli altri? In pratica poi ci hanno divisi donando ad ogni persona una sola ala in modo che si possa volare solamente abbracciati….bella? Voi, per me, siete a dieci chilometri dal suolo! Grazie
FABI COSTUIRE

A tutte voi altre dico che è solo un caso se non siete presenti e per farmi perdonare vi dedico una canzone che è universalmente stupenda LED ZEPPELIN STAIWAY TO HEAVEN

martedì 14 maggio 2013

Te e me

Poi arriva un sogno, ti ci appendi, ci credi e come sempre cadi e dai una botta che ti fa male solo pensarci….quante volte ho litigato con te? Quante volte abbiamo fatto pace? Quante ti ho rinnegato? Inutile contarle, inutile cercare di capire il nostro rapporto. Te stai sopra di tutti, io sotto a sudare e a disperarmi. Ti ho mai detto quanto mi sta antipatico il tuo senso dell’humor? Mi freghi sempre ma questa volta hai esagerato! In una settimana, ma che dico, in due giorni…lavoro e nuove persone…..svanite tutte!!!! E cavolo! E dai! Ma come fai? Ok, braccia forti agli uomini di buona volontà e mi dicono che non dai mai nulla di cui non possiamo sopportare il peso… ma quanto altro devo sopportare? Quanto devo girare prima di trovare il mio posto, la mia strada, la mia metà…. ad un certo punto sento il bisogno di fermarmi, sedermi per terra guardare in alto e sperare di vederti perché inizio a ricredere che tu non ci sia. Il tempo passa, io non dico più che cresco anzi, sento di invecchiare, sento che il tempo scorre e che la mia vita resta immobile. Quanta colpa è mia? Quanto tempo ho sprecato con dei falsi dei? Quanto mi sono impegnato? Quanto ho stretto i denti, quanto ancora dovrò farlo? Cavolo la strada per migliorarmi l’ho intrapresa, non fumo più, non mangio le unghie a meno che qualche ragazza non mi faccia perdere la testa per cinque minuti, cinque ore, cinque giorni e poi perdere tutta lei! Alcune volte mi sento come se stessi cercando di fermare il vento con le dita, oppure capisco bene il testo di alcune canzoni dei Green day..camminare da soli. Rino è inascoltabile, i Queen neppure riesco a pensarci e alcune canzoni che adoro fanno male peggio dei pugni…ma che succede? Dove sono finito? Mi sento come Kid quando cade nel vuoto, plana in tavole piene di nero. Nonostante tutto questo mi sono promesso una cosa. Mi sono promesso di essere figlio del mondo, di morire contaminato dalla persone, di respirare l’aria quando è fresca e di non fare troppo male alla natura! Solo che vorrei una freccia, un punto che mi indichi la direzione. Vorrei avere una sua foto, tanto per scoprirla tra la folla a Roma, nelle code per Louvre, spiarla sui tram, avvicinarla ad un concerto….ecco da arrabbiato con te finisce, come sempre, a chiederti favori e a quale diritto poi? Per anni ho fatto il casino, ti ho ignorato e ora siccome mi sento fragile pretendo da te…che egoista! Ma pure tu, hai dato 10 comandamenti e poi tanti saluti. Seguite la retta via e poi quando ne avrete passate troppe, se sarete stati bravi, verrete da me… Io ci provo, c’ho provato e ci proverò ma sono troppo sciocco per riuscirci! vorrei poterti parlare, come quando ero piccolo, ma sinceramente parare da solo non è più bello. Forse te sapresti dove e quando sbaglio, potresti correggermi, raddrizzarmi e fortificarmi ma non dirmi che per avere questo devo venire in una chiesa, l’ho fatto e lo sai che non ho avuto risposta…..cacchio ogni tanto mandami un segnale! Ti parlerei di tante persone che mi hanno toccato e lasciato, di quante cose penso, di quante ne sogno e di perché le sogno. Ne avrei di cose da dirti, faremo mattina insieme, diventeremo amici e riprenderei a sperare….che tristezza che mi fa parlare con te ma se uno ti parla deve essere onesto. È inutile fingersi forti se dentro si è diventati piccoli, indifesi e fessi. Però questa devo dirtela proprio…dove cazzo eri domenica? chi stavi aiutando? Perché non mi hai ascoltato? Grazie, niente scuse, mi hai fregato per l’ennesima volta! Ok, hai meglio, c’è di meglio e al mondo io sono nella fascia di quelli che non ascolti ma una volta, solo una volta potevi non ignorarmi… Alla fine però devo riconoscerti un pregio, mi credi. Mi conosci e sai che tanto prima o poi sempre da te corro...grazie per la pazienza che hai con me ma la prossima volta, ammesso che ci sia, molti non hanno la tua pazienza con me…per aiutarmi anche un fulmine va bene!
Grazie per il Rock quello si che aiuta!