Eccomi qui, due giorni dopo, due giorni dopo essere diventato dottore! Io dottore proprio non mi ci vedo. Ho riacceso il computer solo oggi, non ero pronto, il metabolismo psichico è diverso da quello fisico e allora due giorni di pausa, due giorni di buio da internet, dai pensieri, dalla vita. La sensazione è di nulla, sembrava una tempesta e invece è stata una bella brezza marina, credevo che cambiasse che evolvesse e invece il bello, come sempre, è il viaggio e non la meta. Molto, troppo tempo perché la vita mi ha travolto e ho spostato, rimandato, rallentato e poi alla fine è finita; è finita con un bel voto che però non sento mio, non sento racchiudermi perché la valutazione numerica è una questione, quello che si è e che si è imparato è altra cosa; altre finezze, altri trucchi , altre questioni che sui libri non si apprendono. Il mio voto è racchiuso negli sguardi, nei sorrisi e negli occhi commossi dei presenti, nella voce rotta dal pianto degli assenti e nei complimenti degli addetti ai lavori. L’università è stata molte cose per me ma soprattutto è stato un metro del tempo che passava. Il tempo vola e io il mio volo per molto tempo l’ho misurato con gli esami, le incazzature, le cocenti delusioni e le botte di vita che l’università mi ha regalato. Come ultima cosa posso ringraziare tutti voi che in vari e bellissimi modi mi avete fatto sentire la vostra presenza.
C’è una canzone, una di quelle canzoni che se pure l’ ascolti una volta ti resta dentro e poi parte quando meno te ne accorgi:
This is the end, beautiful friend This is the end, my only friend The end of our elaborate plans The end of everything that stands The end.
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