giovedì 10 maggio 2012

C'è troppo rumore

C’è troppo rumore, troppo rumore dentro e fuori. Lavoro, case, tasse, amori, autobus, aerei e tutte quelle cose di cui non sappiamo più fare a meno. Alcune mattine mi sveglio e penso all’Africa, a quei paesaggi lunghi con solo alberi, erba e un senso di libertà che mi fa credere che dovrei abbassare i suoni, dovrei scrivere, dovrei guardare il sole scendere all’orizzonte, dovrei uscire verso sera e respirare l’aria quando sembra fresca, pulita, innocente, dovrei. Perché non lo faccio? Perché ho perso il conto dei giorni che mi dico di scrivere. Ho perso il conto di quando aveva un senso, uno scopo, mi dico domani poi il domani arriva e ritorna ad essere domani in un giro che ti fa entrare e poi ti nasconde l’uscita. Pensavo che sarebbe bello avere uno stop. Un grandissimo tasto rosso al centro di Piazza del Popolo che se lo spingi si ferma tutto. Nessun rumore, solo noi che ci guardiamo e senza parlare sappiamo che quello che conta torna ad essere importante e per un secondo sparisce la crisi, la paura della morte, i problemi e le incertezze. Solo occhi, sguardi e persone. Nessun rumore, con un sole che scalda anche dentro, un pochino di tempo senza morire, senza peso. Solo noi, senza rumori, senza contorni. Solo le persone che per un poco possono ascoltare il silenzio, tanto per renderci conto se siamo ancora vivi, se non abbiamo barattato noi stessi per un pochino di fumo. Il tempo per capire se siamo stati corrotti o se invece abbiamo sputo resistere. Solo noi senza rumori. C’è troppo rumore, vorrei avere il tempo per coccolarmi per capirmi e perdonarmi, invece credo di dover impegnarmi per far reggere la scusa, perché alcune volte se abbassi i rumori non resta che il silenzio del nulla.